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Mi presento
Mi piace la vita all’aria aperta, e spesso mi trovo praticare trekking lungo boschi e fiumi.
Sono curioso di cosa c’è dietro alla curva, e spesso mi dilungo esplorando luoghi anche di difficile accesso.
Principalmente, come avrete già capito, fotografo la natura, dai paesaggi alla flora e fauna. Prediligo fotografare dettagli, ritagliare porzioni di paesaggio, cercare geometrie formate da giochi di ombre o colori.
Cercare insomma quella piccola porzione di territorio che mi affascina, che spesso non è immediatamente visibile o che non salta all’occhio, scrutare.
Mi piace ritornare sui luoghi già frequentati e poterli fotografare nuovamente nelle diverse stagioni, aggiungere quindi il “tempo” ad una serie di fotografie.
Nei miei reportage cerco sempre di inserire note di diverso carattere, storico oppure di determinazione in caso di flora e fauna, con l’intento di documentare una tradizione o lo stato di un paesaggio, o chi c’era lì quel giorno. Insomma cerco di aggiungere valore ad una immagine corredandola, per quanto mi è possibile, di informazioni sulla sua storia.
E nel far ciò mi diverto moltissimo.
Curo il mio sito di fotografia, eccolo qui.


Leggi la mia biografia curata dal Professor Antonio Pacifico.
Testo in italiano | English text

Quando un intellettuale è anche fotografo
Nessuno, forse, avrebbe mai immaginato che un giovane emiliano potesse lasciare la “sua” Bologna per andare a vivere in un grosso paese del Sud, addirittura nel lontano e dimenticato Fortore.
Eppure Marco Monari, 49 anni, nell’ormai lontano 1996 si lasciò alle spalle la sua ricca e dotta città e, solo per Amore, seguì la sua compagna Lucia nel rientro a San Bartolomeo in Galdo (BN), alcuni anni dopo il termine dei suoi studi universitari.
L’impatto di Marco con questa nuova realtà – nuda e cruda – del Sud essenzialmente povero e contadino deve averlo “segnato”, ma poi anche – perché no? - affascinato.
E in questo, senza dubbio, è stato agevolato dalla sua “musa”, appunto la tenera Lucia.
E, più che interessargli le spontanee architetture bianche dei fabbricati rurali disseminati tra le stoppie, è rimasto attratto dall’Ambiente nel suo complesso,
così diverso dalla sua “grassa” e verdeggiante Pianura Padana.
Ha, così, subito cominciato a “mitragliare” di clic tutto quanto gli è sembrato opportuno di carpire, immortalare e poi mostrare agli altri,
con particolare predilezione verso i pochi brandelli di verde relitti nell’assetata campagna meridionale.
Con il passare degli anni, suoi luoghi di studio più amati sono stati il Bosco Montauro ed il pigro e frammentario corso del fiume Fortore,
dove ha saputo trovare “spunti” per immagini di grandissimo effetto e valore.
E che dire del fascino che in questi luoghi promana il succedersi delle stagioni? Lui ha saputo portarci su un piatto d’argento una stessa inquadratura vista nelle diverse stagioni, con risultati davvero sorprendenti!
Ad arricchire, poi, i soggetti fotografati è il frequente inserimento di animali, in particolare insetti ed uccelli. E pur di ottenere il risultato sperato non disdegna anche lunghi appostamenti, della durata di molte ore, e tecniche di ripresa dall’alto, perfino con l’ausilio del gaio aquilone…
Negli ultimi anni, per la creazione di alcuni video sulla fauna vi ha aggiunto anche il “sonoro”, grazie a registrazioni accurate e tempestive realizzate con strumentazioni sempre più sofisticate, che gli arrivano da tutto il mondo.
Personalmente lo trovo imbattibile nella ripresa di Paesaggi, dove un ruolo di primo piano viene sempre assegnato – con puntiglio – alle nuvole bianchissime disseminate nel cielo terso del Sud. Sarà che queste solari volte celesti le preferisce a quelle spesso nebbiose dell’Emilia?....
Esperto di “macro” si diletta a riprendere le varie spighe di grano,
ritratti di personaggi del luogo e quant’altro, con risultati straordinari.
Marco – per dirla in modo duro e diretto, come siamo noi Fortorini – non fotografa “per vendere”, ma perché prova un sottile piacere di vivere quando un suo scatto offre a chi lo ammira il/i messaggio/i che sempre contiene.
Si può ben dire che – grazie alla sua altissima sensibilità di Uomo – è riuscito egregiamente a mettere sotto gli occhi di tutti - anche della praticona Gente Fortorina - quei particolari,
quelle Bellezze, seppure minime, di questa appartata e difficile terra d’Italia.
Marco, tuttavia, non ha dimenticato la “sua” Bologna e vi torna periodicamente,
forse per attingervi quell’energia vitale in parte già acquisita quando lo accolse fanciullo e ragazzo.
Dicevo che lui è un Fotografo davvero particolare per essere una persona civilissima e rispettosa di tutti, direi un Grande Curioso che indaga, quasi in religioso silenzio, nell’Ambiente che lo ospita.
Allora, siamo proprio fieri di averti con noi.


Prof. Antonio Pacifico
Viterbo, 21 Settembre 2010

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